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Immagine del redattoreMàdő

PELLE A BUCCIA D'«ARANCIO»


di Domenico Mastandrea

 

Questo mese, che vede come tema principale il colore arancione, abbiamo pensato di soffermarci su un argomento che sta a cuore a molti... o almeno a noi: la resa della pelle (incarnato) in fotografia. Cosa c'entra l'arancione con la pelle? In fotografia il colore che si attribuisce alla pelle è proprio l'arancione, molto più del rosso come si potrebbe pensare. Durante i sabati che seguiranno svilupperemo questo argomento attraverso alcuni ritratti nei quali la pelle concorre ad armonizzare il carattere e l’espressività del volto del soggetto.

Ogni settimana tratteremo la tecnica che compone ognuno di questi scatti: avendo fatto "esperienza" in sala posa, vi racconteremo quello che abbiamo realizzato e vi spiegheremo quali sono state le nostre scelte e i motivi per i quali le abbiamo adottate.


Quando facciamo riferimento alla pelle e al suo trattamento NON spiegheremo tecniche di make-up, maschere di bellezza o lozioni magiche per rendere la pelle splendida splendente; a quello ci ha pensato la nostra amica Lorena Catalano di Rosacipria, il cui aiuto è stato prezioso in questa esperienza.


Cosa faremo?


Ci soffermeremo a valutare alcuni metodi sia in fase di scatto che in post-produzione che ci permetteranno di avere una pelle regolare e un colore naturale cosicché il soggetto risulti essere in armonia e senza strane tensioni visive... dimenticate i filtri bellezza dei nostri amati smartphone.

Iniziamo con una specie di brainstorming valutando in generale tutti gli accorgimenti da adottare in fase di scatto: quali sono i pro e i contro, vantaggi e svantaggi che potrebbe avere ogni nostra scelta sullo scatto finale, insomma, come si agisce ancor prima di accendere le luci e iniziare a scattare.


Molto spesso quando realizziamo un ritratto possiamo riscontrare una serie di problematiche legate al colore o alla texture della pelle.

Quanti nelle proprie foto riscontrano un colore dell'incarnato innaturale con una tinta che vira al viola, verde, giallo, arancio? Ebbene, se vi capita di notare tali dettagli, significa che il vostro occhi è ben allenato e sensibile alle variazioni cromatiche poco naturali.


L’altra componente, come suddetto, che potrebbe creare forti tensioni visive nelle foto potrebbe essere la texture, ovvero tutto ciò che riguarda la superficie della pelle: pori, peli, macchie, ecc. Nello specifico, avere una texture troppo marcata, potrebbe far distogliere l’attenzione dell’osservatore dal ritratto o dal volto e farlo concentrare addirittura sulla pelle così da rendere proprio quest’ultima il vero soggetto delle foto.


Ma da dove cominciare a correggere tutti questi possibili errori?


Partiamo dalla sala posa. È fondamentale avere luci che abbiano tutte la stessa temperatura colore onde evitare cambi di tonalità sulla pelle. Può capitare che utilizzando luci con temperatura colore differente la pelle possa presentare delle zone che virano a colori innaturali e dover correggere queste imperfezioni può diventare una sfida ardua se non alle volte impossibile.


Altro fattore da dover gestire in fase di scatto è legato all'intensità della luce e a come quest’ultima vada a colpire il soggetto: luci dirette con forte intensità disposte di taglio rispetto al soggetto possono contribuire non solo a creare ombre marcate sul volto ma anche ad accentuarne la texture. Per evirare questi inconvenienti esistono due soluzioni: la prima è il trucco, la seconda è gestione della luce.


L’uso del trucco può essere una valida soluzione per eliminare le imperfezioni della pelle e avere un effetto setoso e liscio prima ancora che lo shooting abbia inizio.

Tuttavia se da un lato il trucco può migliorare la pelle bisogna dire che dall’altro può anche creare dei forti riflessi di luce. In questo caso il nostro scatto potrebbe presentare zone talmente illuminate da accecare quasi l’osservatore con dei contrasti visibilmente artefatti.



Proprio per far fronte a questi imprevisti entra in gioco la seconda soluzione che prevede una gestione della la luce in maniera diffusa o per riflessione cosi che non colpisca mai direttamente il soggetto: una luce diffusa crea già senza l’uso del trucco un effetto smoothing sulla pelle ma qualora il soggetto fosse truccato evita che il make up possa produrre strane rifrazioni di luce.


Ovviamente non sempre si possono avere a disposizione i giusti strumenti per lo scatto perfetto, dalla macchina fotografica al truccatore ad una sala posa adeguatamente attrezzata, per cui la fase di scatto porterà con se degli errori che possono essere adeguatamente corretti o attenuati in fase di post-produzione.

Esistono delle vere e proprie tecniche per il ritocco della pelle con le quali è possibile creare un effetto smoothing e correggere le piccole imperfezioni avvicinandosi molto a ciò che si otterrebbe con il trucco; pensate che esiste una forma di post-produzione così marcata da essere definita come make-up digitale ed implica una profonda conoscenza ed un uso impeccabile degli appositi software.

Naturalmente il nostro consiglio, da amanti della fotografia, è quello di preparare tutto già in fase di shooting e relegare il meno possibile alla post-produzione.

Dopo questa infarinatura generale, per non stressarvi troppo, vi diamo appuntamento alla prossima settimana dove analizzeremo gli schemi luce utilizzati e i loro effetti sul risultato finale dei nostri scatti.



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