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Immagine del redattoreMàdő

SBAGLIARE L'ESERCIZIO DEL ROSSO

Dopo aver parlato dei colori aposematici e dell'utilizzo dei colori complementari e contigui per attrarre l'attenzione dell'osservatore su determinati punti di una fotografia non tratteremo di un'altra tecnica o di qualcosa legato comunque ai tecnicismi fotografici ma vi racconteremo quello che abbiamo fatto lo scorso Sabato in giro per il nostro paese. Due settimane fa, se ricordate, abbiamo citato Franco Fontana e scritto due righe circa l'esercizio del Rosso. Ci siamo detti: perché non provarlo? Così girovagavamo, armati di macchina fotografica, tra le strade di Ruvo alla ricerca di macchie rosse da fotografare. Lo so che è una rottura, ma c'è però da specificare meglio la teoria di base per una miglior comprensione dell'esercizio (per dirvi, anche adesso che stiamo scrivendo questo post, ci rendiamo conto di aver ignorato qualcosa e quindi di aver sbagliato alcuni punti dell'esercizio, nessuno è perfetto). In primis “il rosso è il primo colore su cui invito a lavorare, perché è primario e di grande impatto. Ovviamente è più semplice concentrarsi sul rosso...


© Franco Fontana - Praga, 1967

Provate a coprire la macchia rossa. Cromaticamente l'immagine decade, non vi pare? Questo succede perché il protagonista è il rosso. È lui il soggetto, è lui a esprimere un contenuto dal punto di vista del colore. Eliminandolo, rimarrà solo un palcoscenico vuoto e scolorito in attesa di senso”. Ecco, questa è la main theory alla base di tutto l'esercizio: fare in modo che quella macchia di colore rosso possa essere il soggetto della nostra fotografia senza la quale l'immagine risulterebbe piatta e anonima. Dove sussiste la difficoltà dell'esercizio quindi? Le foto che state per vedere sono errate (SAD STORY - e noi che fino a poco fa pensavamo che fossero giuste), e vi spieghiamo subito il perché:


In alcune di loro il rosso non è il vero soggetto perché lo si confonde con altri colori mandando in confusione l'occhio dell'osservatore.


In altre il soggetto, di colore prevalentemente rosso, è stato isolato da tutto il resto rendendolo obbligatoriamente l'unico punto osservabile della foto senza il quale non esisterebbe proprio un'immagine concreta.


Alcune di esse potrebbero sembrare giuste poiché il soggetto della foto è di colore rosso e ne attrae lo sguardo. Vero. Ma il problema è che il soggetto della foto non è il rosso ma è di colore rosso... potrebbe essere di qualsiasi altro colore e comunque la foto non cambierebbe ne perderebbe di importanza divenendo anonima.


 




Queste immagini, invece, si attengono in maniera un po' più corretta a ciò che l'esercizio vuole che apprendiamo: appropriarci del colore per imparare a “significarlo” poiché “le foto a colori -rispetto a quelle in bianco e nero, che nascono già inventate- richiedono uno sforzo in più di interpretazione del reale”.

Ovviamente è difficile ficcarsi in testa tutto e subito e, come dimostrato ampiamente da noi, si sbaglieranno un sacco di fotografie ma, man mano che si scatta, l'occhio comincerà ad abituarsi: all'inizio credevamo di non riuscire a trovare facilmente il rosso; dopo una quindicina di scatti il rosso era dappertutto, in qualsiasi cosa: segnali, auto, maglie, dettagli. Infine, un altro dettaglio che ci ha portati a sbagliare molte delle foto scattate è stato il voler tentare di comporre l'immagine seguendone le principali regole fotografiche o comunque accennare ad un minimo di fotografia apprezzabile "artisticamente", proprio su questo punto Fontana si esprime dicendo: "Non vi sto chiedendo di scattare belle foto, né foto che vi piacciono, nelle quali, casualmente, compare qualcuno con addosso una maglietta rossa. La ricerca estetica o la soddisfazione del vostro occhio sono obiettivi diversi da quelli dell'esercizio..." È come se si tentasse di comprendere qualcosa in pochi minuti, con una pistola puntata alla testa. Quanto apprendereste? Ecco, questo è quello che abbiamo fatto Sabato: esercizio del Rosso e scatti perlopiù sbagliati, ma tanto si sa che si impara proprio dagli errori e, in fotografia (e non solo), c'è sempre tanto da imparare. Provate a mettervi alla prova, può farvi solo bene.


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