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MY SWEET QUARANTINE


di Annalisa Berardi

 

Sembra quasi un ricordo lontano eppure quei giorni di quarantena io non li voglio dimenticare, anzi ne voglio fare tesoro.

Ho colto tutto come un’opportunità per fermarmi, ma una donna, per di più mamma, il verbo fermare ha difficoltà a declinarlo. Allora diciamo che ho rallentato il ritmo frenetico e ho avuto più occasioni per riflettere e anche scattare qualche foto, qualche istantanea rubata. Come se sbattendo le palpebre degli occhi bloccassi piccoli istanti di quotidiano, sigillassi nel per sempre quei brevi istanti, i momenti perfetti, in questa casa che amo, che protegge chi amo, il qui ed ora, che non cambierà rispetto invece a tutto quello che ci circonda, che facciamo fatica ad accettare o capire, e che ci cambierà la vita per un bel po' di tempo.

Mentre la vita scorre, nonostante tutto, anche se il mondo si ferma, la vita vive!

Ed io vorrei proprio declamare la dolcezza di quella vita.


Il primo reale, devastante, rivoluzionario cambiamento: Lara, mia figlia, non va a Scuola. Oh perbacco! E dovrò anche lavorare. Perdinci bacco! Ma ci sarà la DAD. Triplo perbacchiolino!


Avevo detto dolcezza… in realtà beh all'inizio era tutto un evviva evviva siamo tutti insieme, sani e salvi a casa. Ma pian piano svaniva la favola, diciamocelo. I doveri, la noia, la forzatura del non poter uscire, la DAD, che prima era la novità, poi è diventata la tortura. Ma cos'è questa roba? No, non è una nuova mossa inventata dall'ultimo rapper che usa l'auto-tune... è l'acronimo di Didattica A Distanza, quello sport a cui si sono dedicate più le mamme che i figli, che ha in sé abbastanza di Didattica e troppo di Distanza, allungata ancor di più da schermi, connessioni instabili, audio in ritardo, video pausati, immagini bloccate nevrosi da "ma chi me lo doveva dire" aggiunta a compiti, disegni da colorare, attività da proporre e soprattutto da videoregistrare e riportare alle maestre.


Mia figlia odia fare report video e foto. Addio! E ogni volta, davvero ogni volta, la prima domanda che mi fa Lara prima di ogni video-lezione è “Quando torno a giocare con i miei amici?” ed io che provo a rispondere con la verità le dico: “l'anno prossimo”, che a 4 anni si traduce in "ah ok, dopo dopodomani?” “Ehm, si… più o meno".

Ma nel frattempo lei trasforma l’amaro in magia, i suoi peluche e le Barbie si trasformavano nei suoi compagni di classe, mentre lei fa la Maestra Claudia, gli assembramenti più teneri che i miei occhi hanno visto in questa my sweet quarantine.


Un’altra istantanea che porterò con me è lo strano silenzio delle strade.


Abito nel centro storico e qui il Sig. Silenzio era destinato solo alla "controra" (dicasi “controra” quel tempo imprecisato tra il post pranzo e il primo pomeriggio in cui, per una tacita legge non scritta, ma che tutti conoscono, nessuno fa rumore, vietate le chiamate, mai citofonare, impedito l’uso di aspirapolvere o qualunque elettrodomestico rumoroso) e invece... adesso è così strano. Soprattutto le mattine con tanto sole, in queste strade senza voci, solo il Sig. Silenzio, strade vuote che hanno il sapore di un riposo continuo, una lunga pausa di riflessione, come se la vitalità e il chiasso fossero andati in letargo, per un tempo indefinito, nonostante siamo in piena, dirompente primavera.

Il rifugio dalla clausura dove lo si può trovare? Il mio è fatto dalla libertà dei luoghi aperti. Balconi, finestre, finestroni, finestrelle, verande, verandine, e i miei amati terrazzi, oasi lontane dalle mura con spigoli di cielo tutto da respirare e, come soffitto, il volo delle rondini a ricordarci quanto vale il sogno di essere liberi.


La mie istantanee mi ricordano quanto, osservare con occhi nuovi cose che abbiamo sempre guardato con sguardo stanco, trova in esse caleidoscopici frammenti di colore tra cui si nasconde la bellezza che, posso dire, ha reso davvero questi giorni dolci.


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