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  • Immagine del redattoreMàdő

NIKON PHOTO MEETING - MATERA

Siete mai stati a Matera? In caso di risposta negativa, ANDATECI. Non staremo qui a parlarvi della città in se, per quello c'è Wikipedia, vi basti sapere che Matera è stata designata del titolo di Capitale europea della cultura per questo 2019: la prima città del sud a ricevere questo riconoscimento. Ma cosa ci azzecca un post su una città, per quanto bella visivamente, su un blog dedicato principalmente alla fotografia?


Sabato scorso, noi di Màdő, e tanti altri fotografi amatoriali e professionisti, abbiamo partecipato al Nikon Photo Meeting: una giornata dedicata ad approfondimenti fotografici e workshop su campo, organizzata da Nikon Italia e dallo Store fotografico CineSud, tutto questo proprio in quel di Matera.


Durante l'evento abbiamo avuto modo di ascoltare, raccontati in chiave biografica, vari tipi di approccio al mondo della fotografia, questo da parte dei fotografi ospiti: Mattia Bonavida (fotografo ed influencer), Francesco Francia (master Nikon School) e Francesco Cito (fotoreporter di fama internazionale).

Mattia ha spiegato a grandi linee quello che effettivamente è il mondo del fotografo/influencer, i pro, che sono tutti quelli che noi conosciamo: prodotti gratis, viaggi, ecc., ma anche i contro, che non sono ben poca roba, anzi; con dei compromessi ai quali scendere che a volte, potrebbero snaturare la fotografia ed intaccare il motivo per il quale ci si è avvicinati a questa passione: il divertimento. (Se avete letto la nostra intervista a Mattia, avrete già afferrato il concetto).

Francesco Francia ha introdotto un discorso legato all'utilizzo della luce nella fotografia in studio ma anche in quella all'aperto. Ha parlato del ruolo delle stesse all'interno di quella che può essere tranquillamente definita come "la psicologia della comunicazione visiva". Tutto ciò partendo dalla teoria di base, introdotta da Ansel Adams, riguardante lo studio preventivo, la pre-visualizzazione della scena ed il modo di illuminarla al meglio attraverso l'uso del "sistema zonale" di illuminazione. Se vi va di approfondire, potete iscrivervi gratuitamente al suo gruppo FB... ne varrà la pena.


Infine, Francesco Cito, ci ha deliziati con una serie di racconti riguardanti la sua vita da fotografo, dagli albori fino ad oggi, dei suoi incontri (con una vena di disprezzo non molto nascosta verso il nostro paese che lo ha ostacolato e denigrato professionalmente non poche volte) e del suo riscatto. Non temete, ne parleremo sicuramente più in là all'interno della nostra apposita rubrica.

A fine prima parte -conferenza davvero molto coinvolgente ed ispirante tanto da averci trattenuti magneticamente per più di 4 ore- oltre ad avere le chiappe che praticamente erano il negativo della forma delle sedie sulle quali eravamo "adagiati", non vedevamo l'ora di ̶m̶a̶n̶g̶i̶a̶r̶e̶ ̶q̶u̶a̶l̶c̶o̶s̶a̶ provare la strumentazione (messa a disposizione per i partecipanti al workshop) all'interno dei sassi, con l'utilizzo di modelli per immagini di stampo ritrattistico

...oppure "street" per i vicoli del centro antico.

Quelle che avete visto sono alcune delle immagini prodotte da noi.

Purtroppo, data la notevole affluenza al workshop (eravamo più di una 60ina), per ovvi motivi logistici, i tre fotografi ospiti del Nikon Photo Meeting non hanno potuto garantire la giusta attenzione nel consigliare i partecipanti ed un po' di volte è capitato di assistere a sedicenti fotografi professionisti, sgomitare e fregarsene della presenza altrui più per mettersi in mostra che per portare a casa effettivamente lo scatto focalizzato nella testa; tanto più che, presi dalla foga del momento hanno commesso errori che un professionista del mestiere non dovrebbe fare...

 

A fine workshop (non proprio alla fine in realtà) abbiamo fatto conoscenza con una bella ragazza del posto, anch'essa iscritta al Nikon Photo Meeting, anch'essa un po' annoiata dal tentativo di prevalere di alcuni, cosicché si è scelto di farci un giro per la città (che era in preparazione per la festa patronale di lì a due giorni) e scattare qualcosa prima di restituire, ahimè (a qualcuno è balenata l'idea di fuggire, poi si è ricordato dei documenti lasciati per la cessione della roba), il materiale prestatoci.

Ne è sorta una gradevole chiacchierata circa la bellezza di Matera, magnete del turismo della Basilicata (e non solo) ma anche della perdita di identità di una città: per quanto i tour quotidiani, le visite da parte di chi sbarca dalle crociere, ecc. garantiscano quotidianamente un bella somma di denaro nelle casse del paese, c'è di contro che, chi ci abita veda in continuazione volti differenti che si aggirano per le strade nelle quali si è cresciuti, gente di passaggio che qualche volta (fortunatamente in pochi casi) non ha neanche rispetto dei luoghi legati alla vita di altre persone; anche il più semplice gesto di voler guardare un panorama è diventato arduo tra coppie che si scattano mediamente una decina di selfie, fotografi tutt'altro che indiscreti, urla, schiamazzi, ecc. Per scattare quest'ultima foto, il tempo d'attesa perché si svuotasse il balcone per un momento è stato di 20 minuti. Lì abbiamo compreso quello che intendeva la ragazza.


Scorci difficili | © Donato Anselmi Dati di scatto: 1/2000sec f/5 ISO200 109mm

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